Tra motorini, cyklos, palafitte e viali alberati
Il traffico del sabato è un'altra cosa, molto più rilassato e rado... ma i motorini, che lo dominano incontrastati in città, sfrecciano lo stesso, evitando abilmente gli ostacoli con impercettibili deviazioni e senza rallentare, mai. Attraversare la strada non è banale, ma neanche impossibile, basta non affrettarsi troppo, lasciare a chi guida il tempo di reagire e... montare lo speciale kit "quattro occhi, uno per lato" che consente di evitare chi va contromano, scende dal marciapiede, passa con il rosso ecc. ecc.. Un vero spasso, soprattutto quando si va in giro con il passeggino (carico o scarico), che aumenta notevolmente la superficie del possibile... bersaglio! A onor del vero, devo però dire che per un italiano che sia sopravvisuto nel traffico di Napoli non ci sono grandi problemi. E io, parafrasando il principe De Curtis, modestamente sopravvissi (per ora, almeno!).
Guarda quanto sono "tosti" questi qua! L’elmetto è l’unico particolare atipico (ahimé!), molto diffusi invece la bandana per ripararsi dai fumi e dal particolato e i guanti lunghi per le ragazze. I nostri eroi stanno per attraversare l’autostrada che esce dalla città verso nord-est e passa vicino al quartiere residenziale, amatissimo dagli “expatriates”, di An Phu. I bagagli sui motorini non sono fuori dall’ordinario, per dimensioni, anzi... Tra le cose più comiche finora viste viaggiare su due ruote ricordo un vassoio con tè, tazzine, latte e zucchero, portato sul palmo della mano, bimbi addormentati, pile di mattoni legati con una corda e altri materiali da costruzione di ogni genere. Non è raro vedere fino a quattro passeggeri, spesso una famigliola con bimbi piccoli, o magari tre ragazzi su un solo motorino.
C'erano una volta... i "cyclo", ovvero i carretti a pedali come questi, che possono trasportare sia merci che persone. Ora sono molto meno diffusi ma resistono ancora, non solo nelle zone turistiche. Qui siamo a Cholon (v. i testi di Tamara dei giorni scorsi), un quartiere popolare e quasi per niente turistico, dove si trovano molti negozi di spezie, erbe e specialità medicinali (pinne di squalo, serpenti sotto vetro, ecc.) ma anche di... elettronica. Dal punto di vista urbanistico è un miscuglio di stili, dalle pagode costruite nell'800 o ai primi del '900 agli edifici di stile coloniale, come quello che si intravede sulla destra della foto, alle catapecchie come quelle, solo parzialmente distrutte in un intervento urbanistico evidentemente rimasto a metà, che si vedono nella prossima foto.
Ed eccola qua, la concorrenza motorizzata, che continua a marciare imperterrita anche sotto la pioggia. Sullo sfondo, un isolato mezzo distrutto da un tentativo di creare un vialone più adatto al traffico veicolare, rimasto incompiuto. Il contrasto tra questa zona e il centro tutto agghindato e con tanti negozi e locali di lusso è stridente. Ma la città è in movimento e sta migliorando notevolmente. "Una volta dormivamo in quindici in una stanza sola, dai bisnonni ai nipotini, sembrava di stare in caserma. Ora perlomeno abbiamo una stanza per famiglia, una per noi e i nostri due figli, l'altra per i miei genitori", dice un conoscente vietnamita di classe media.
Qui siamo fuori città, lungo l'autostrada della quale si diceva prima, a un passo da zone con residenze di livello medio-alto appena costruite. A Ho Chi Minh City e Hanoi il reddito medio è rispettivamente tre volte e due volte superiore alla media nazionale, che è di 650 dollari (non mi citate su questi dati, non li ho verificati ma danno senz'altro un'idea). Queste baracche su palafitte sono però un'eccezione in una città dove c'è ancora molta povertà ma il tenore di vita della maggior parte sembra decoroso e ci sono molte occasioni di lavoro e di miglioramento del proprio status.
Tanto per evitare di sbilanciarci troppo :-) ecco un'immagine di una strada del centro, potremmo essere in una qualsiasi metropoli asiatica, con gli edifici in stile coloniale e l'immancabile palazzone/condominio sullo sfondo (a sinistra) e gli alberi rigogliosi che fiancheggiano la strada.
Dal Vietnam con amore. Marco