Un paese bellissimo, pieno di sorprese
Chi pensava che noi viviamo in un posto esotico non aveva ancora visto il Giappone. A paragone, il Vietnam è un gioco da ragazzi. Alfabeti e lingue a parte (tre con usi diversi ma che spesso si mescolano), il paese del Sol Levante è misterioso anche per i suoi costumi, rituali e organizzazione sociale. Mentre qui a Ho Chi Minh City possiamo ancora sperare di spiccicare qualche parola nel giro di alcuni mesi, non credo avremmo vita altrettanto facile a Tokyo...
Distanze a parte, il Giappone è un paese bellissimo, dal punto di vista naturale ma anche per la gentilezza e la curiosità che i suoi abitanti hanno mostrato nei confronti di una famiglia di turisti come la nostra. Il massimo è stato quando a Takayama, scesi dalla nostra auto con l’aria di voler cercare un ristorante, è comparsa una signora che ci ha chiesto in perfetto inglese cosa cercassimo e ci ha condotti a un ristorante esattamente come quello che volevamo (porzioni decenti di soba, pasta locale, saporita e a un prezzo non esagerato) a qualche centinaio di metri da lì, assicurandosi, prima di tornare alle sue occupazioni, che avessimo un tavolo e un parcheggio per l’auto.
Per chi come noi andava per la prima volta le sorprese non sono mancate, dal cibo ai complicati cambi di pantofole per entrare e muoversi in casa, dalle ragazze che indossano kimono estivi al pari dei loro fidanzati alle fantascientifiche e progressive sorti del trasporto ferroviario giapponese, ormai realizzate al massimo grado planetario.
Abbiamo gradito molto le montagne vicino Tokyo, nella prefettura di Nagano, dove d’inverno si scia alla grande e d’estate fiumi di alpinisti perlopiù meno giovani (con l’eccezione di... Francesco e Maia!) si riversano sui sentieri per passeggiate a volte brevi, anche grazie alle strade che arrivano fino in alto. Siamo arrivati oltre quota tremila con i figli, partendo, va detto, da 2.700. Comunque è stato un buon risultato, considerato che tra andata e ritorno ci sono volute quasi cinque ore, al passo lento di Maia. Francesco viaggiava... sulle mie spalle!
L’arrivo di nonno Francesco e zia Bruna (per carità non nonna) ci ha molto rallegrati. Abbiamo passato insieme qualche giorno a Tokyo e poi ancora attorno al Monte Fuji, dove abbiamo passeggiato sulla parte... pianeggiante dei sentieri di accesso al colossale vulcano.
A Kyoto abbiamo fatto il giro dei templi ma anche qualche deviazione verso altre mete meno scontate, a volte con poca fortuna: la “Pleasure house”, monumento a un periodo – attorno al 1600, credo – di prosperità ed edonismo era inspiegabilmente chiusa.
E’ impossibile in poche righe dare la misura di quanto questo viaggio ci abbia affascinato. E d’altra parte è stato davvero bello anche dal punto di vista delle relazioni familiari, corroborate da notti passate in quattro in una stanza e da giornate passate... a consultare guide e cartine per fare insieme il piano delle visite :-) !
Unica nota dolorosa è stata la scomparsa, durante il nostro viaggio, del caro zio Enrico Teodori, morto il 3 agosto a Roma. L'ho avuto in mente, nonostante le distrazioni vacanziere, con il suo sorriso e la sua aria disincantata da eterno giovincello.
Dal Vietnam con amore. Marco
Distanze a parte, il Giappone è un paese bellissimo, dal punto di vista naturale ma anche per la gentilezza e la curiosità che i suoi abitanti hanno mostrato nei confronti di una famiglia di turisti come la nostra. Il massimo è stato quando a Takayama, scesi dalla nostra auto con l’aria di voler cercare un ristorante, è comparsa una signora che ci ha chiesto in perfetto inglese cosa cercassimo e ci ha condotti a un ristorante esattamente come quello che volevamo (porzioni decenti di soba, pasta locale, saporita e a un prezzo non esagerato) a qualche centinaio di metri da lì, assicurandosi, prima di tornare alle sue occupazioni, che avessimo un tavolo e un parcheggio per l’auto.
Per chi come noi andava per la prima volta le sorprese non sono mancate, dal cibo ai complicati cambi di pantofole per entrare e muoversi in casa, dalle ragazze che indossano kimono estivi al pari dei loro fidanzati alle fantascientifiche e progressive sorti del trasporto ferroviario giapponese, ormai realizzate al massimo grado planetario.
Abbiamo gradito molto le montagne vicino Tokyo, nella prefettura di Nagano, dove d’inverno si scia alla grande e d’estate fiumi di alpinisti perlopiù meno giovani (con l’eccezione di... Francesco e Maia!) si riversano sui sentieri per passeggiate a volte brevi, anche grazie alle strade che arrivano fino in alto. Siamo arrivati oltre quota tremila con i figli, partendo, va detto, da 2.700. Comunque è stato un buon risultato, considerato che tra andata e ritorno ci sono volute quasi cinque ore, al passo lento di Maia. Francesco viaggiava... sulle mie spalle!
L’arrivo di nonno Francesco e zia Bruna (per carità non nonna) ci ha molto rallegrati. Abbiamo passato insieme qualche giorno a Tokyo e poi ancora attorno al Monte Fuji, dove abbiamo passeggiato sulla parte... pianeggiante dei sentieri di accesso al colossale vulcano.
A Kyoto abbiamo fatto il giro dei templi ma anche qualche deviazione verso altre mete meno scontate, a volte con poca fortuna: la “Pleasure house”, monumento a un periodo – attorno al 1600, credo – di prosperità ed edonismo era inspiegabilmente chiusa.
E’ impossibile in poche righe dare la misura di quanto questo viaggio ci abbia affascinato. E d’altra parte è stato davvero bello anche dal punto di vista delle relazioni familiari, corroborate da notti passate in quattro in una stanza e da giornate passate... a consultare guide e cartine per fare insieme il piano delle visite :-) !
Unica nota dolorosa è stata la scomparsa, durante il nostro viaggio, del caro zio Enrico Teodori, morto il 3 agosto a Roma. L'ho avuto in mente, nonostante le distrazioni vacanziere, con il suo sorriso e la sua aria disincantata da eterno giovincello.
Dal Vietnam con amore. Marco
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